Giunti a metà del nostro percorso, non poteva certamente mancare una puntata dedicata ai classici. Questo è stato il post più arduo da metter su e scrivere, perché la parola classico porta inevitabilmente con sé una serie di interrogativi: che cosa definisce un classico? L'importanza dell'autore? La sua sedimentazione nel panorama estetico e narrativo dei lettori? Semplicemente il tempo? E soprattutto, come non essere banali ed evitare di consigliarvi l'inflazionassimo Dickens?
Insomma, alla fine sono giunta alla conclusione che un classico non è niente di tutto questo, e allo stesso tempo è tutto questo: un classico è un libro che come tale si pone su un piano universale, nonostante il tempo, la storia e l'autore. Un libro che alla luce di 5, 10, 50, 100 anni ha sempre qualcosa da comunicare, per dirla alla Calvino.
Iniziamo.
Anna Karenina
di Lev Tolstoj
Einaudi, 28€
Ma come, direte voi, dopo tutta questa manfrina introduttiva, alla fine ci consigli uno stra-classico come Anna Karenina? Sì e no. Fondamentalmente perché quella che vi consiglio è la nuova traduzione di Anna Karenina messa a punto da Claudia Zonghetti. Una prova certamente ardita, non solo per l'autorità del precedente traduttore, Leone Ginzburg, al quale probabilmente tutti ci siamo accostati; un po' perché quella messa in atto dalla Zonghetti è stata consapevolmente un sfida non tanto nei confronti della vecchia traduzione, ma piuttosto nei confronti di Tolstoj in persona. La traduttrice stessa afferma di sperare di «avere restituito almeno un po’ di vita ai personaggi e alle vicende, facendo sì che chi legge abbia una voglia incontenibile di girare le pagine come era accaduto ai primi lettori di Tolstoj». Quindi, a conti fatti, quella che vi consiglio è una sfida di lettura da veri intenditori. E poi la copertina è davvero superba.