Certamente la mia sarà l'ennesima voce che si unisce al coro di coloro che hanno osannato l'opera del premio Nobel per la letteratura 2015, Svetlana Aleksievič.
E non lo dico a mo' di excusatio non petita. Lo dico perché ci credo sinceramente.
Come molti di noi probabilmente, anche io non conoscevo quest'autrice prima che Stoccolma le conferisse il prestigioso premio. Come molti di noi, inoltre, la considero adesso la pietra miliare di un certo modo di fare letteratura nel nostro tempo. Una lettura imprenscindibile.
Nata e cresciuta in Bielorussia, quel piccolo ma strategico stato confinante con la Russia, Svetlana Aleksievič conosce molto bene la propria terra e il proprio popolo. E soprattutto conosce molto bene la stretta oscurantista che l'ex Urss poneva come base del proprio potere.
Sono ingredienti fondamentali per ogni giornalista o scrittore d'inchieste. Lo sono, a maggior ragione, per il tipo di inchiesta che la nostra scrittrice porta avanti.
Preghiera per Černobyl' di Svetlana Aleksievič
Edizioni E/O
Collana: Dal Mondo
Traduzione: Sergio Rapetti
Numero di pagine: 300
Prezzo:14€
Data di pubblicazione: 2015
Preghiera per Černobyl' è
ovviamente un'inchiesta dedicata al disastro ambientale che colpì l'omonima
centrale nucleare il 26 aprile 1986, quando uno dei reattori esplose provocando
una nube radioattiva che ben presto investì l'intera Europa e non solo. Le
conseguenze come tutti sappiamo furono disastrose, soprattutto, questo è un
dettaglio che invece pochi di noi conosceranno, per lo stato bielorusso, dal
momento che la centrale era situata nella città ucraina di Pripjat’
(oggi una vera e propria città fantasma), appena al confine con la
Bielorussia.
Come poteva la voce della Alekievič non levarsi per raccontare i
dolori della propria terra? Di dolore, di vite, di umanità, appunto stiamo
parlando ed è per questo che la scrittrice decide che «questo libro non parla
di Černobyl', in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo
meno. O quasi per niente».