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Banchieri, storie del nuovo banditismo globale - Federico Rampini

by - 10:51

Ogni tanto mi piace allietarmi con qualche bel saggio. Certo, direte voi, il verbo «allietarsi» non sembra andare molto d'accordo con un titolo palesemente chiarificatore come Banchieri, storie del nuovo banditismo globale.
E invece oggi cercherò di convincervi del contrario. 
Oddio, chiariamolo, un po' di sana rabbia monta su nel corso della lettura, ma nel complesso quella che se ne trae è una piacevole sensazione di conoscenza.

Iniziamo dall'autore, per alcuni forse noto, per altri probabilmente un emerito sconosciuto. Federico Rampini è un giornalista al soldo delle principali testate giornalistiche del nostro Paese, L'espresso, Repubblica, Il sole 24 ore, e nella sua intensa vita è stato corrispondente estero per i più svariati paesi, come la Francia, il Belgio, la Cina, e gli Stati Uniti, dove vive tutt'ora. Insomma, quando si dice essere cittadini del mondo. 
Come molti giornalisti, anche Rampini ha scritto diversi saggi e quello che ho deciso di leggere, e che vi recensisco oggi, risale al 2013, cinque anni dopo lo scoppio della crisi economica del 2008
L'obiettivo che si pone Banchieri è duplice: da un lato far conoscere al lettore chi sono stati i protagonisti della crisi finanziaria, che in men che non si dica ha avuto le sue conseguenze sull'economia reale, cosa hanno fatto, quali conseguenze sono ricadute su di loro (ve lo anticipo io, nessuna), cosa hanno fatto i governi e le banche centrali americane ed europee; dall'altro lato far conoscere al lettore quali sono state le conseguenze anche e soprattutto sociali e morali che la crisi ha provocato su intere generazioni di lavoratori o aspiranti tali. Il tutto ovviamente condito da interessanti prospettive di risoluzioni future.




Banchieri - Storie del nuovo banditismo globale



di Federico Rampini



Mondadori



Collana: Strade Blu

Prezzo: 16,50€
Pagine: 180
Data di pubblicazione: 2013


Quello che è davvero interessante di questo saggio non è soltanto la sua spinta conoscitiva: probabilmente anche i meno avvezzi di noi ormai sanno che le cause delle crisi del 2008 vanno ricercate nelle speculazioni finanziare dei trader statunitensi, nel crollo del mercato immobiliare, nel fallimento del quarto istituto bancario statunitense, la Lehman brothers, ecc ecc. E certamente ancora di più tutti noi conosceremo le conseguenze tangibili che ciò ha avuto sulle nostre vite quotidiane.
No, come dicevo, ciò che è davvero interessante è da un lato il tono confidenziale e disinvolto con cui Rampini spiega tutto ciò, in modo non soltanto di renderlo accessibile anche ai meno esperti ma soprattutto in modo da renderlo "umano", da far capire che quello che è accaduto a noi, è accaduto anche a lui (la moglie di Rampini, trader di San Francisco, ha perso il lavoro a seguito dello scoppio della crisi economica); dall'altro lato ancora particolarmente interessante è il modo dell'autore di abbattere certi idola su cui si è basata la nostra ripresa, in particolare il mito dell'austerity tanto voluto e tanto imposto dal governo tedesco, soprattutto sulle economie più deboli dei cosiddetti paesi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna, sì, ci chiamano così), eppure evidentemente tanto fallimentare.

Rampini non gioca su campanilismi di nessun tipo: l'America che ci racconta l'autore è ancora una volta il paese dalle mille contraddizioni che siamo abituati a conoscere: quello in cui anche chi svolge due lavori non può permettersi una casa ed è costretto a dormire nei centri accoglienza destinati ai senza tetto; quello in cui grandi banchieri e finanzieri hanno la possibilità di distruggere, con uno schiocco di dita, le prospettive di milioni di persone, ma permettono al contempo alle grandi città di essere quello che sono, promuovendone la cultura o sostentando semplicemente le realtà urbane. 
Eppure sarebbe sciocco negare al lettore le ragioni per cui in America tutto sommato, già nel 2013, la crisi poteva dirsi superata, mentre in Europa, ancora nel 2016 aggiungo io, no. Le ragioni per cui, tutto sommato, ancora l'America offra opportunità che il Vecchio Continente sembra soffocare.

Ma, alla fine, esistono ricette magiche che possano aiutare l'uomo comune nel mettersi al riparo da fenomeni che sembrano inevitabilmente destinati a ripetersi? Si può sfuggire ad un'economia che ha fatto della finanza la sua parte fondante? Si può riuscire ad evitare che l'1% della popolazione mondiale più ricca prenda decisioni che avranno conseguenze esclusivamente sul restante 99%? È possibile una soluzione politica o sociale, tale da sradicare il mostruoso capitalismo consumistico nel quale siamo immersi? Difficile, molto difficile a dirsi.
Però, a detta di Rampini, e io sottoscrivo pienamente questa convinzione, c'è ancora qualcosa che possiamo concretamente realizzare: insegnare l'economia ai bambini. Tante sono le discipline che la nostra società occidentale considera giustamente fondanti nell'educazione dell'uomo, eppure l'economia, che tanta parte ha nel nostro mondo, è considerata qualcosa da lasciare in mano ai più "esperti", qualcosa a cui l'uomo comune non deve confrontarsi se non nell'immediata materialità dei suoi beni. Niente di più sbagliato. Inculcare in tutti, sin da bambini, un'educazione economica non solo metterà al riparo l'uomo adulto da possibili raggiri e vere e proprie truffe che il sistema finanziario e bancario può giocare a tutti noi, ma soprattutto renderà l'uomo adulto un consumatore critico e responsabile. Cosa che può giovare non soltanto alla singola persona, ma a lungo andare all'intera comunità.

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2 commenti

  1. Beh, sembra un libro complicato, di quelli stimolanti e difficili da digerire, di quelli che ci pensi, e ci ripensi, e ci ripensi... certo la tua recensione è molto argomentata e interessante. Di solito non leggo saggi, ma questo sembra proprio uno di quelli da cui non si può prescindere per capire un po' di più questo nostro mondo...
    Qui c'è un premio per te:
    http://evapalumbo.blogspot.it/2016/05/hello-con-un-pensiero-latente-di.html
    Ciao!

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  2. Sì sicuramente è interessante per capire davvero, senza mezzi termini, la realtà in cui tutti noi ci muoviamo. Ma ti assicuro che è scorrevole e davvero poco tecnico :) Anche io non mastico l'argomento, ma non ho avuto particolari difficoltà, soprattutto perché molte delle vicende descritte sono legate alla nostra più immediata quotidianità. Passo subito dal tuo blog! :D

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